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Stagione olivicola complessa

Intervista a tre dei principali attori del panorama dell’olio locale: la qualità sembra salva, ma salgono i prezzi e i cambiamenti climatici aprono agli attacchi degli insetti in uliveto. Viola: “riflettiamo sul futuro”

La stagione olearia umbra si preannunciava difficile dopo le ingenti piogge cadute fra fine primavera e inizio estate: l’olio extravergine di oliva delle nostre colline sarà, come sempre, di ottima qualità, sebbene in fase di raccolta si stia registrando una minore quantità di prodotto, con prezzi in netto rialzo anche nella grande distribuzione. Sempre più necessari i monitoraggi fitosanitari contro la mosca olearia e altri insetti, tra cui la cimice asiatica. Abbiamo registrato le voci di tre dei principali attori di questo settore.
“RACCOLTA SEMPRE PIÙ PRECOCE”
“Diciamo che l’andamento della stagione è un po’ complesso; una situazione a macchia di leopardo, con la produzione ridotta rispetto alla media stagionale. La qualità, possiamo affermare, che sarà medio-alta, purché i produttori abbiano eseguito i trattamenti agronomici del caso”. Esordisce così Paolo Morbidoni, presidente dell’associazione Strada Olio Evo Dop Umbria, che con la 26esima edizione di “Frantoi aperti” in corso, evento simbolo dell’oleoturismo in Italia che durerà cinque fine settimana, fa un primo bilancio della stagione olearia 2023.
“Ci sono stati attacchi di mosca nelle zone più basse, ma chi ha gestito le piante ha olive sane; le piogge di questi giorni hanno scongiurato il rischio di cascola; c’è stata un’allegagione difficile per le forti piogge in fase di fioritura e abbiamo visto olive più piccole. Si sono salvati gli oliveti che hanno fiorito più tardi. La qualità è comunque alta e la stagione sta tornando nel rango”. Quanto alla mosca olearia, secondo Morbidoni sono stati molti i passi in avanti. “Situazioni come quelle di alcuni anni fa, in cui distruggeva un’intera produzione sono impensabili; oggi – commenta – esistono sistemi di controllo efficaci e le associazioni sono operative in tal senso con monitoraggi e verifiche sul campo, assistendo i produttori in tutta la fase preparatoria”. “Lo scorso anno – afferma Morbidoni – è stato, forse, il primo senza grandissimi stravolgimenti produttivi ma sicuramente il cambiamento climatico sta incidendo molto sulla produzione”. Quanto alla raccolta, sempre più anticipata, afferma: “Ormai l’inizio precoce della raccolta sta diventando una pratica sistematica; prima era cosa da pionieri, oggi a fine ottobre buona parte del prodotto è già raccolto, tanto che stiamo pensando di anticipare le date di Frantoi Aperti, per un gap che è ormai di 15 giorni rispetto al passato. Un fattore che si lega a un mutato concetto di qualità”.
Del settore oleario, invece, dice: “Abbiamo avuto due rivoluzioni copernicane durante gli ultimi 20 anni: una tecnologica, passando dai frantoi tradizionali a quelli moderni; e una culturale, avendo trasformato l’olio Evo in un prodotto edonistico, legato al piacere sensoriale e alla scoperta dei suoi territori”.
Dunque, dal 28 ottobre in 30 frantoi di 15 comuni umbri torna il rito della spremitura delle olive per “un evento dell’oleoturismo italiano che così non esiste in nessuna altra regione. Un settore in salute nel quale tante aziende umbre in questi ultimi anni hanno investito massicciamente per migliorare i frantoi e le sale di accoglienza”… (Continua…)

Di FEDERICA MENGHINELLA

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