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La città possibile

A chi ha memoria della svogliatezza languida (e poco risolutiva) esibita dagli operai del Comune, in questi giorni sarà balzato agli occhi il loro insolito dinamismo. Potano alberi, modellano siepi e asfaltano tratti di strada. Per i maldicenti trattasi di tattica pre-elettorale. Non è così. Nelle coscienze qualcosa è cambiato. Addirittura è stata messa mano alla pista ciclabile – che tale non è – di viale Firenze. Dai dai qualcuno provvederà persino a posizionare sulla carreggiata adibita al traffico veicolare (sconsiderato a giudicare dagli incidenti segnalati) gli attraversamenti pedonali rialzati. Sono in molti a prendersi cura degli spazi attorno alle proprie case, a rivalorizzare le piccole aree abbandonate restituendole a luoghi socializzanti per i pedoni. Confidiamo nel fatto che la primavera abbia portato una nuova consapevolezza civica. Ora il compito spetta ai capoccioni: il futuro sindaco, gli assessori, i dirigenti, gli organi di polizia municipale, gli educatori, gli operatori del sociale, le associazioni di categoria, tutti chiamati a dire la propria sull’urbanistica, sulla moderazione del traffico, sulla modalità ciclistica, sulla creazione di isole ambientali e sulla risoluzione di intersezioni problematiche. Di questo passo rischiamo che i nuovi amministratori favoriranno il traffico lento e i percorsi sicuri casa-scuola. Forse Foligno non diventerà la città ideale di Tommaso Campanella ma potrebbe ben diventare un centro capace di offrire opportunità per sconfiggere la sedentarietà e la solitudine delle persone più anziane, incoraggiando le loro passeggiate in sicurezza. Se lo augura soprattutto chi scrive, che si approssima – come l’amministrazione uscente – al compimento del proprio destino escatologico.

GIOVANNI PICUTI

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