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La Pasqua dell’accoglienza

Emergenza profughi: intervista con il direttore della Caritas diocesana.
La risposta della nostra città ai bisogni di solidarietà e ospitalità.

Sono venticinque i ragazzi tunisini che lunedì 11 aprile sono stati accolti presso il centro Caritas di Piazza San Giacomo. Alcuni sono laureati con conoscenza di tre o quattro lingue, alcuni sono studenti, altri impegnati in diversi campi lavorativi. Ce ne parla il direttore della Caritas diocesana Mauro Masciotti.

Che programma intendete seguire?
Dopo gli accertamenti di carattere istituzionale e giudiziario e quelli di tipo sanitario, tutti con esito negativo, ora stiamo attivando una serie di programmi sia di formazione che di animazione. Una delle prime cose che ci hanno chiesto è la formazione nella conoscenza della lingua italiana. In seguito ad alcuni incontri con i nostri psicologi, effettuati per capire la storia di ogni ragazzo, è emerso che, nonostante le tante difficoltà incontrate e il loro sogno di cambiare vita, quello che ci hanno voluto comunicare è il valore della dignità del popolo tunisino e del rispetto che chiedono come persone. Tuttavia qualche episodio di intolleranza da parte della nostra città c’è stato.
Non siamo una città solidale?
Possiamo fare di più. Anche perché abbiamo ricevuto tanta solidarietà in passato e ospitare qualche ragazzo non è un dramma.
Nel sito internet della diocesi si legge “Emergenza profughi, la Caritas diocesana cerca volontari per accogliere i profughi nordafricani.” C’è stata una risposta della nostra città?
C’è una risposta della nostra città e della nostra comunità ecclesiale, ma non basta. È ancora ai minimi termini. Forse perché è l’inizio e l’integrazione è difficile. Alla fine stiamo parlando di 20 ragazzi o poco più, non è questa l’invasione che si paventava. Ragazzi che per quanto riguarda l’educazione e il rispetto delle regole, non hanno dato nessun tipo di problema. Mi piacerebbe tranquillizzare i cittadini su questo aspetto.
Sono previsti anche programmi d’inserimento?
Stiamo attivando tutta una serie di animazioni anche attraverso le altre associazioni che incontreremo subito dopo la Pasqua, per poter realizzare questo scambio interculturale con loro. Adesso ci chiedono di capire dove si trovano, perché non lo sanno. Faremo conoscere loro Foligno, poi li porteremo a giocare al calcio.
Come festeggerete la Pasqua?
Festeggeremo la Pasqua tutti insieme. Anche per una questione di rispetto verso noi stessi, visto che sta procedendo tutto bene. Ci sono molte preoccupazioni da parte nostra, di attenzione soprattutto nei confronti della città: non vogliamo disturbare e non vogliamo che i ragazzi siano disturbati. Abbiamo chiesto di organizzare l’offerta da parte dei movimenti e delle associazioni in maniera programmata. Chiediamo che ci sia una richiesta e poi un’autorizzazione, altrimenti rischiamo di avere problemi con i ragazzi che non capiscono l’offerta che si sta proponendo, e anche nei confronti dell’opinione pubblica ci potrebbero essere delle incomprensioni.
Per il momento non sono previsti altri arrivi, il numero che a livello regionale è stato messo a disposizione è di 328 posti. I 328 immigrati, lunedì scorso, hanno tutti raggiunto le strutture di accoglienza a cui erano destinati. Nonostante questa emergenza, la Caritas porta avanti parallelamente tutti i servizi ordinari.

© Gazzetta di Foligno – FRANCESCA FELICETTI

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