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Al PD non interessa il bene comune

È certo ormai che il modello capitalistico caratterizza lo sviluppo mondiale in una direzione di diseguaglianze sociali tra popoli e individui.
Gli effetti delle politiche liberiste, in questi anni, stanno provocando le grandi migrazioni drammatiche verso l’Europa: popoli interi che fuggono dalle guerre, spesso provocate e alimentate dall’occidente.
Il ruolo svolto dalla UE e dai governi nazionali è di arroccamento e chiusura. Si lasciano sole le nazioni del sud del mondo e quelle europee di frontiera, che non riescono a farsi carico del dramma dei migranti. La crisi in essere dal 2007 ha reso più poveri gli stessi paesi che oggi dovrebbero accogliere le masse di disperati in movimento.
Le politiche di austerity operate dall’UE e le scelte di riforme attuate dal PD di Renzi, dal Jobs-Act alla riforma della scuola, fino ai tagli alla sanità e agli Enti locali accentueranno nel nostro paese ancor di più le diseguaglianze sociali e la caduta di diritti, ottenuti con molti sacrifici in tanti anni di lotte. L’impoverimento reale di larghe fette di popolazione provoca un lacerante senso di paura, che si riverbera poi in forme di estremismo spesso violento e quando va bene non partecipano più alla vita democratica, astenendosi dal voto.
Le elezioni del 31 maggio sono state segnate da un forte astensionismo, che ha penalizzato soprattutto il PD, gli elettori hanno pesantemente bocciato l’ipotesi del partito della nazione.
Anche a Foligno il PD perde migliaia di voti a sinistra, perché non svolge più quel ruolo di partito in cui tanti uomini e donne hanno riposto attese di riscatto per la loro condizione di svantaggio, trasformandosi in un partito di pochi iscritti, dove non vi sono più discussione e confronto, se non al momento delle tornate elettorali, mentre i percorsi personali e di pochi prediletti hanno il sopravvento sul bene comune.
La gestione della cosa pubblica ha necessità di rinnovarsi nei suoi organismi senza dimenticare però i valori della Sinistra, che non prescinde mai dalla tutela dei più deboli e dei lavoratori, invece spesso utilizzati come bacino di voti e consenso temporaneo, ma non tutelati veramente.
Chi in questi anni ha proposto idee diverse o ipotesi politiche discordanti nella gestione politico-amministrativa della cosa pubblica è considerato nemico, dimenticando che le diversità devono fungere da pungolo per fare meglio e di più.
È proprio qui il senso profondo di una scelta. Chi è cresciuto con valori culturali di sinistra non può arrendersi a una società in cui prevalgono la disparità e la mancanza di opportunità per tanti. Un partito di sinistra deve lottare per costruire una società delle uguaglianze, senza lasciare indietro nessuno.
Si deve ad ogni costo ricostruire una forza di Sinistra alternativa alla deriva di movimenti populisti, alla destra e al PD di Renzi, è su questo che nei prossimi mesi si dovrà lanciare la sfida.

Elio Graziosi
Consigliere comunale Gruppo Misto

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