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Serrone: salvano di notte l’anziano vicino. Da profughi a eroi

Caritas: Serrone scuola di buona accoglienza. Aperte le adesioni per accogliere i profughi in casa propria

Serrone“All’inizio la gente non se lo aspettava. Qualcuno voleva persino denunciarlo ai giornali l’arrivo di questi profughi, ospiti della casa di accoglienza della Caritas”. Serrone è un paesino di circa 20 anime e un nugolo di case, punteggiate dal verde. Solo d’estate si riempie di gente ma i suoi abitanti sono tutti ben oltre la giovane età. “Una notte – racconta il parroco don Gianluca Antonelli – uno degli abitanti, un anziano su una sedia a rotelle, è caduto. La moglie, anche lei anziana, non è riuscita a sollevarlo e l’uomo è rimasto a terra. La donna è uscita fuori per cercare aiuto, che alle quattro di mattina e in un posto come Serrone è davvero impossibile. Da una finestra ha fatto capolino uno di quei profughi, di origine nigeriana. La signora con qualche gesto lo ha fatto scendere ed entrare in casa. Il giovane le ha mimato di aspettare e ha fatto ritorno con altri due che hanno aiutato il signore. Da quella notte – sorride il parroco – tutto è cambiato. Per la signora, guai a chi tocca i ragazzi nigeriani. La donna ha iniziato a sfornare dolci, prima lei poi tutto il vicinato, mentre la bimba – un fagottino color cioccolato – viene contesa da tutti. Il paese ha iniziato a conoscere quei nuovi vicini e quando hanno scoperto che il nome della bambina in italiano sta per preziosa hanno iniziato a coccolarla ancora di più. I paesani hanno anche acconsentito che i ragazzi animassero con canti africani il coro parrocchiale. Una cosa non da poco”. Il problema sembra essere un altro, aggiunge don Gianluca. “Questi ragazzi dovranno essere spostati a breve in un’altra zona. Ora per i paesani sarà un problema lasciarli, si sono affezionati. Un giorno ho persino trovato i profughi a pulire la chiesa con le signore del paese. Quelli della comunità che prima minacciavano proteste ora non si sentono più. Questi ragazzi sono generosi, e mentre noi nelle parrocchie ci lamentiamo perché i canti della Domenica non vanno bene, questi ragazzi sono una testimonianza di fede bella e gioiosa. Un giorno avevano gli occhi che brillavano, sembrava mi stessero chiedendo l’oro. Invece mi hanno chiesto di battezzare la loro bambina. Qualche giorno fa hanno portato Preziosa alla Messa camminando a piedi fino a Leggiana. In chiesa c’era un’anziana che ha voluto prenderla in braccio e ha iniziato a parlare con lei ad alta voce mentre celebravo. Ci scoppiava il cuore di gioia, io mi trattenevo dall’altare e si è creato un clima di comunione molto bello. A Serrone i profughi chiamano gli anziani dalla finestra mamma e papà. La nascita di questa casa della Caritas per me è stato un vero riscatto; altrimenti non sarebbe stato mai possibile per noi aiutare dei poveri”.
“L’esperienza di Serrone – ha commentato Mauro Masciotti, Direttore della Caritas Diocesana di Foligno – può essere alla portata di tutti. Da tempo la rete Caritas porta avanti il progetto Rifugiato a casa mia con cui le famiglie italiane possono ospitare, per un periodo massimo di un anno, dei rifugiati che hanno già sperimentato altre forme di accoglienza. Le famiglie vengono adeguatamente selezionate e vengono accompagnate dalla Caritas Diocesana di appartenenza. A Foligno stiamo lavorando con Caritas Italiana perché sia presto possibile aprire questo percorso ma intanto sono aperte le adesioni alle famiglie della Diocesi che intendono aderire. L’appello del Papa di Domenica scorsa ci incoraggi nel cammino”.

FRANCESCA BRUFANI

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