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Trenta pellegrini in viaggio verso Parigi Incontrano gli studenti dello ‘Scarpellini’

Le classi si autotassano e offrono la merenda agli attivisti

pellegrinaggio gazzetta2L’ecologia entra in aula. E lo fa senza retorica, bandendo ogni forma declamatoria, così che l’eloquenza lasci spazio al sentimento e alla testimonianza. Perché hai voglia di parlare di sostenibilità ambientale se poi nessuno fa un passo in difesa di un pianeta minacciato dall’inquinamento atmosferico. E un passo, più di uno e non solo in senso figurato, lo hanno fatto, insieme, gli studenti dell’Istituto Economico ‘F. Scarpellini’ e i trenta pellegrini, provenienti da tutti i continenti, che, partiti da Roma il 30 settembre, raggiungeranno Parigi per partecipare alla Conferenza delle Nazioni Unite sul clima, prevista nella capitale francese tra il 30 novembre e l’11 dicembre, finalizzata a vincolare con un accordo universale e costrittivo i Paesi che emettono le maggiori quantità di gas a effetto serra. Si sono dunque incontrati, attivisti e alunni, nella mattina di sabato 3 ottobre, nell’aula magna dell’Istituto di via Menotti, gremitissima per l’occasione, per riflettere insieme sul fenomeno del ‘global warming’, il surriscaldamento globale, e sulla gravosa eredità del Protocollo di Kyoto, il trattato internazionale in materia ambientale redatto nel ‘97 ed entrato in vigore il 16 febbraio 2005, esattamente dieci anni fa. Loro, gli studenti dello ‘Scarpellini’, hanno raccolto il testimone. Hanno ascoltato gli interventi, tutti rigorosamente in inglese, sono intervenuti con domande e commenti, hanno intonato all’unisono canti tradizionali di comunione. Il commiato, poi, è stato una specie di ovazione commossa, al grido di ‘bula’, il saluto di benvenuto dei popoli delle isole del Pacifico. Infine, con una prodigalità che non ti aspetti, si sono autotassati, i ragazzi della scuola, per offrire una merenda ai pellegrini in viaggio. Un’opera di misericordia, inconsapevole e spontanea, come succede, talvolta, ai giovani che (ci) credono ancora. Progressisti a propria insaputa. “Riteniamo un nostro ineludibile e urgente impegno educativo – spiega il dirigente scolastico Giovanna Carnevali – formare le nuove generazioni al rispetto dell’ambiente, nell’ottica di una visione responsabile dello sviluppo”. “Perché la deregulation dell’economia – ha denunciato Yeb Sano, ex-negoziatore della Repubblica delle Filippine e attualmente ambasciatore spirituale di Our voice, la campagna internazionale interreligiosa contro i cambiamenti climatici – danneggia soprattutto i popoli più vulnerabili che lottano per l’emancipazione dal sottosviluppo”. Si pensi ai cosiddetti eco-profughi, cittadini in fuga vittime del clima (che aumentano al ritmo di sei milioni l’anno), cui solo Svezia e Finlandia riconoscono lo status giuridico di ‘migranti ambientali’. Un’emergenza che, dall’enciclica ‘Laudato sì’ di papa Francesco, impone una presa di coscienza, individuale e collettiva, sul futuro che stiamo lasciando ai nostri figli.

ALESSANDRA CRISTOFANI

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