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Lettera aperta al Priore del Rione Badia

Avevo già raccontato, su questo giornale, le “notti quintanare” e non intendevo parlarne più. Poi stamattina, dopo una delle solite vivaci “notti nel centro storico”, animate dalle urla, parolacce, bestemmie e deiezioni di vario genere delle turbe di ragazzini e ragazzine minorenni, ubriachi e orfani di genitori degni di tal nome, mi sono affacciata ed ho visto per strada un mare di immondizia sparsa ovunque, fuoriuscita dai sacchetti della differenziata rotti dai vandali (ci sono voluti due viaggi della VUS per ripulire) e la signora del negozio di fronte che, rassegnata, gettava secchiate di acqua e varechina per eliminare le lordure di cui sopra lasciate sul marciapiede. Allora mi è tornato in mente l’articolo comparso sul Messaggero del 6 giugno 2017 che avevo conservato.
Intervistato, il Priore del Rione Badia chiedeva “collaborazione ai cittadini ed in particolare ai residenti del centro storico, un po’ di sana pazienza aiuta tutti”.
PAZIENZA?
Da questo signore vorrei conoscere UN SOLO MOTIVO per il quale, due volte l’anno per il totale di un mese, in tutte le zone del centro storico gli abitanti dovrebbero avere la pazienza di sopportare queste inciviltà, tollerate se non avallate dai vari dirigenti quintanari.
Altre kermesse di tipo enogastronomico, piacciano o meno, vengono almeno organizzate con criteri che, attraverso l’impiego di personale della Security privata, il posizionamento di bagni chimici, il rispetto degli orari, rendono questi eventi più gradevoli per tutti.
Per la Quintana invece, nonostante le ripetute richieste e sollecitazioni fatte a tutti i livelli, questo non è realizzabile; sembra infatti esistere una specie di “anestesia totale” in tutte le istituzioni che, in nome del dio Marte, autorizza i vandali a spadroneggiare in città.
Così la più bella giostra equestre d’Italia, che tutti amiamo ed apprezziamo, viene rovinata da due settimane di intollerante inciviltà che ci viene chiesto di sopportare con pazienza.
Concludo, rivolgendomi al Priore del Badia, affermando che difficilmente Foligno vincerà il titolo di “capitale della cultura” come sperano i nostri amministratori, ma sicuramente vincerà il titolo di “capitale della lordura”, anzi di “sana lordura che aiuta tutti” per dirla con le sue parole, figlia diretta della “filomè” di cui Lei è un grande organizzatore.

ELISABETTA BARONI

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