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Giovani con la valigia: chi si occuperà dello sviluppo di Foligno dopo l’esodo?

Dal “Rapporto Italiani nel Mondo 2016” stilato dalla Fondazione Migrantes (Organismo Pastorale della CEI), risulta che sono iscritti all’AIRE (Anagrafe Italiana Residenti all’Estero) 34.670 umbri 3,9% dei residenti di cui 2.108 (3,7% dei residenti) provenienti da Foligno. Circa il 60% sono compresi nella fascia d’età 25-49 anni. Le mete raggiunte sono riportate nella tabella seguente:

Graduatoria primi 25 paesi di emigrazione
Paese Valore Assoluto %
Francia 6.786 19,6
Svizzera 4.291 12,4
Argentina 3.033 8,7
Germania 2.963 8,5
Brasile 2.829 8,2
Regno Unito 2.283 6,6
Belgio 2.103 6,1
Lussemburgo 1.703 4,9
Stati Uniti d’America 1.448 4,2
Spagna 1.133 3,3
Australia 552 1,6
Canada 488 1,4
Sudafrica 445 1,3
Venezuela 436 1,3
Paesi Bassi 362 1,0
Cile 344 1,0
Messico 203 0,6
Uruguay 182 0,5
Grecia 147 0,4
Svezia 145 0,4
Perù 141 0,4
Irlanda 140 0,4
Austria 139 0,4
Ecuador 123 0,4
Colombia 122 0,4
Altri Paesi 2.129 6,0
Totale 34.670 100,00

In Italia iscritte all’Aire, sono 4.811.163 persone con un’incidenza del 7,9% del totale residenti. L’evento migratorio è oggi definibile come un percorso dal quale scaturisce un progetto di vita la cui evoluzione dipende molto dalle opportunità incontrate durante il cammino, dove vita lavorativa e affettiva spesso si intrecciano. L’analisi delle motivazioni che stanno alla base dell’esodo sono di tipo lavorativo, per cercare nuove e migliori condizioni occupazionali e salariali, sono la risposta al desiderio di mettersi alla prova in contesti più internazionali e meritocratici o all’ambizione di progredire professionalmente. In altri casi la motivazione è invece prettamente personale in cui la voglia di conoscere, scoprire, sperimentare altri contesti sociali, spinge a partire verso luoghi già conosciuti o contesti completamente nuovi. Oggi muoversi non significa solo spostarsi dal proprio Stato di nascita, ma entrare in un altro luogo a cui, comunque, si appartiene come cittadini di diritto e nel quale si lavora, si studia, ci si forma e ci si arricchisce culturalmente e professionalmente; al contempo è il luogo dove si mettono a disposizione tutte le competenze acquisite. Il migrante italiano esporta con sé il gusto, la lingua, il business, la sensibilità artistica e, quindi, la moda e il design, la musica, la pittura, l’arte culinaria. Gli italiani hanno saputo offrire e continuano a dare un grande contributo allo sviluppo economico, sociale, politico e culturale dei paesi in cui emigrano. Da gennaio 2012 a gennaio 2017 dalle ricerche Istat risultano in Umbria 19.049 persone in meno comprese tra i 25 e 40 anni. Indubbiamente la nostra regione risentirà della mancanza di questi cervelli in fuga in termini di produttività, di ricerca e innovazione. I giovani sono un potenziale importante per il tessuto economico e produttivo di un territorio specialmente se si sono formati nelle nostre università. Quanti potenziali medici, ingegneri, architetti, informatici, ricercatori, chef, stilisti, imprenditori stanno uscendo per migliorare altre economie a discapito della nostra? Lo stesso vale per Foligno i cui dati sono in linea con quelli umbri. I saldi Istat tra coloro che stanno entrando e uscendo è negativo come per il resto d’Italia. Quali saranno le conseguenze economico-sociali e gli effetti che produrrà tale esodo tra 15-20 anni? Bisognerebbe investire su questo potenziale per far rifiorire il nostro territorio. I giovani sono un bene comune che un paese non dovrebbe mettere in valigia e spedire verso altre mete ma incentivare con progetti di investimento che accrescano la produttività e il benessere sociale della popolazione.

PAOLA POMPEI

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