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La Quintana e i folignati: un amore che può entrare in crisi

Unica ed esaltante. Sono queste le parole più ricorrenti con le quali viene definita la Quintana. Parole ripetute così tante volte, da così tanto tempo, che rischiano di diventare tanto vuote quanto autocelebrative. Vuote e autocelebrative non per chi ogni sera sceglie di indossare i propri colori, non per chi sente aumentare il battito del proprio cuore quando intona i suoi cori e i suoi inni, quando sente rullare i tamburi della sua festa, di certo non per chi tornando a casa sente un brivido correre lungo la schiena alla vista delle bandiere che si agitano nel vento. È in loro che vive e si conserva intatto quel sentimento di appartenenza che è il senso vero della Quintana. Loro sono il battito, questo sì unico ed esaltante, della Giostra. Non per altri, non ad altri ma a loro e per loro la Quintana dovrebbe cercare di spiegare i cambiamenti avvenuti negli ultimi anni, la giusta ma a tratti spasmodica ricerca di promuoversi, di mostrarsi, di attrarre chi non la conosce dimenticando spesso chi la ama davvero. Cosa vuole essere oggi quella Quintana, rievocazione della Giostra disputata del 1613 e rispolverata nel 1946 per curare le ferite della guerra, aperte nei muri e nell’animo di una città che aveva ed ha bisogno di stare insieme, vedendo crescere un progetto comune fatto di bellezza e sportività? […]

CHIARA ZUCCARI

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