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Ex zuccherificio, la storia infinita Prima puntata

Chi urla, soprattutto in politica, sembra avere sempre ragione; eppure ci sono dei silenzi che possono diventare più assordanti delle grida. Qual è l’argomento su cui la Giunta Zuccarini tace? L’ex Zuccherificio.

Da 60 anni Foligno aspetta la riqualificazione delle aree a ridosso delle mura urbiche, collocate lungo via IV novembre. Ben tre Piani Regolatori Generali (PRG ‘60; PRG’73; PRG’97) hanno previsto la realizzazione di un parco archeologico nell’area attualmente occupata dal supermercato Tigre. Progetti disinvoltamente accantonati. Inutile illustrare quale sia la situazione attuale.

Il 7 febbraio 2019 il Consiglio comunale ha approvato l’accordo raggiunto tra Comune di Foligno e Coop Centro Italia, non sottoscritto dal terzo soggetto interessato: Magazzini Gabrielli. Un atto che per il centro-sinistra aveva una precisa finalità in vista delle elezioni amministrative: far credere ai folignati che le ultraventennali problematiche fossero definitivamente risolte, a tutela dell’interesse pubblico.

Ma dal 7 febbraio sull’affaire zuccherificio è calato il silenzio. Nulla si trova nel programma elettorale del centro-destra; nelle linee programmatiche della nuova Amministrazione viene accuratamente evitato ogni riferimento. Nell’intervista rilasciata alla Gazzetta il sindaco parla di situazione complessa dal punto di vista della progettualità; ricorda che ci sono scadenze e una road map che impongono riflessioni. Aggiunge infine: “Dovremo negoziare con Coop per capire meglio”.

Alcune precisazioni. Nell’accordo vengono indicati 8 procedimenti pendenti e tre cause già definite con sentenza che, stante l’assenza di sospensione cautelare in grado di appello, spiegano effetti esecutivi. In particolare sono tuttora in corso: 3 cause dinanzi al TAR dell’Umbria e 5 dinanzi al Consiglio di Stato. Le controversie meritano un particolare approfondimento, perché ben due riguardano il ricorso in appello avverso la sentenza con cui il Comune di Foligno è stato condannato al risarcimento del danno per presunto inadempimento. Per le cause in corso, così come per quelle definite (compresa la prima sentenza risalente al 2002), si rinvia alla prossima puntata.

Nell’accordo viene indicata una precisa tempistica, il cui mancato rispetto può determinare la risoluzione del contratto (perché di contratto si tratta) e la “riattivazione” dei giudizi in corso, attualmente sospesi in virtù della raggiunta transazione.

Non solo: nell’atto si dispone testualmente che, qualora dopo l’approvazione del piano di sub comparto eventi imprevisti impediscano il rispetto dei termini, le parti cercheranno una soluzione che, in tempi ragionevoli, consenta il raggiungimento degli stessi risultati.

Nello specifico questi i termini indicati nell’accordo: entro 45 giorni dall’approvazione dell’atto Coop deve presentare una proposta di sub comparto da attuarsi nell’area di sua proprietà; termine rispettato. Entro 9 mesi (dal 7 febbraio e, quindi, entro il giorno 8 novembre – dies a quo non computatur) il Consiglio comunale dovrebbe approvare la proposta di sub comparto; entro il mese successivo dovrebbe essere approvata e sottoscritta la relativa convenzione urbanistica.

Per quanto riguarda la tempistica inutile dilungarsi sulle successive scadenze, in quanto il termine dei 9 mesi sembra non possa essere rispettato visto che, ad oggi, non è stato neppure convocato il Consiglio comunale per l’approvazione del progetto, che, peraltro, non è stato neppure sottoposto al preventivo parere degli organi consiliari.

Probabilmente sono in corso silenti trattative su cui l’Amministrazione non ritiene di dover informare i cittadini. Che sia stata, nel frattempo, pattuita, tra le parti, una proroga? Nulla è dato sapere.

In effetti la redazione della Gazzetta aveva da tempo intuito che di ex-Zuccherificio non si poteva e doveva parlare allorquando è stato chiesto un incontro con il presidente di Coop Centro Italia e l’invito, mai rifiutato, è stato lasciato elegantemente cadere nel vuoto (…ci risentiamo la prossima settimana…). Sicuramente non si tratta di omertà nel senso estensivo dato al termine dal dizionario Treccani, ma certo le promesse elettorali su trasparenza e partecipazione sembrano essere state già dimenticate. “Lasciamoli lavorare” è il leit motiv del primo breve scorcio di consiliatura; certo, purché qualcosa si sia iniziato a fare e non ci si limiti al DASPO urbano o al parcheggio ospedaliero: questioni importantissime, ma che non sono le uniche ad interessare i folignati.

In ogni caso, lo si ribadisce, secondo l’interpretazione letterale i ritardi devono essere comunque successivi all’approvazione della proposta del sub comparto da effettuarsi, appunto, entro 9 mesi (ovvero entro l’8 novembre). Quindi accordo gettato alle ortiche, come era prevedibile e, forse, anche auspicabile, stante il contenuto. Ma per quell’area cosa si intende fare? Quali le proposte alternative?

STEFANIA FILIPPONI

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