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Lavoro agile, riorganizzati gli uffici comunali

Il lavoro agile o smart working, di cui ormai si parla quotidianamente ovunque, è entrato a far parte della nostra vita con la rapidità che solo le situazioni di emergenza sanno attuare. Come una rivoluzione culturale, organizzativa e tecnologica sta andando lentamente a coinvolgere tutti gli ambiti lavorativi sia nel mondo del privato che in quello della pubblica amministrazione. Il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri dell’11 marzo raccomanda, infatti, il massimo utilizzo di “modalità di lavoro agile per le attività che possono essere svolte al proprio domicilio o in modalità a distanza”. Per sapere come ha accolto questo cambiamento l’Amministrazione comunale di Foligno (per le varie aree, i vari servizi e il lavoro dei propri dipendenti), abbiamo intervistato l’assessore Marco Cesaro che si è dimostrato disponibile a illustrare il cambiamento.

Come è stata recepita dall’Amministrazione comunale di Foligno la richiesta del Governo centrale di virare verso il cosiddetto “lavoro agile”?
La volontà è stata quella di rispondere in maniera tempestiva a quello che ci veniva richiesto perché tutti ne abbiamo compreso il significato e il valore. Attuarlo è stato molto complicato perché la base di partenza, dal punto di vista della digitalizzazione e informatizzazione del Comune era veramente molto bassa. Dal nostro recente insediamento come nuova Amministrazione, abbiamo subito cercato di fare del nostro meglio per colmare il gap tra quello che ci veniva richiesto e la realtà: in passato, infatti, non sono stati fatti investimenti particolari né sulle competenze informatiche dei dipendenti comunali né su software e hardware. D’altro canto, noi non ci aspettavamo un così grande stravolgimento della realtà. In ogni caso, già prima che si verificasse l’emergenza, in alcune aree ci eravamo mossi per migliorare la situazione: ad esempio nell’area “Governo del territorio” di mia competenza, avevamo installato a gennaio (a fronte di un investimento economico importante) una piattaforma informatica (Suape 3.0) che permette di svolgere a distanza delle attività nell’ambito dell’edilizia e del commercio e che, per sua natura, agevola il lavoro agile. 

Come è stato affrontato il cambiamento e chi, in particolare, è stato coinvolto per attuarlo?
Nel momento in cui è scattata l’emergenza e ci è stato richiesto a livello nazionale di puntare sulla flessibilità organizzativa e il lavoro da remoto, tutti gli sforzi dell’amministrazione comunale si sono mossi in questa direzione e sono stati coinvolti in prima linea i Servizi informativi che hanno risposto in maniera tempestiva e assolutamente efficiente. A loro infatti, va il nostro plauso per essere riusciti in pochissimo tempo a concretizzare quanto ci veniva richiesto. Possiamo dire che ci hanno sorpresi perché siamo partiti da un livello molto basso per arrivare in poco tempo a risultati impensabili. Dal momento che le dotazioni informatiche del Comune, come ho detto, non sono in linea con i livelli che sarebbero necessari per affrontare al meglio l’emergenza, siamo tutti concordi nel ritenere che i traguardi raggiunti sono stati resi possibili grazie alle competenze e alla disponibilità dei dipendenti comunali dell’Ufficio dei Servizi informativi che hanno lavorato instancabilmente per allargare lo smart working al maggior numero di dipendenti possibile presentandolo in maniera semplice e chiara e offrendo un servizio continuo di assistenza.

Ci parli della possibilità di un potenziamento tecnologico.
Già in tempi non sospetti, noi come Amministrazione avevamo previsto una serie di cambiamenti finalizzati alla digitalizzazione di alcuni servizi e al potenziamento delle dotazioni e delle competenze informatiche. Oggi, a fronte dell’emergenza nazionale, siamo ancora più consapevoli e convinti dell’importanza di muoverci in questa direzione, puntando sul potenziamento e l’investimento in competenze e dotazioni digitali. Certo è che, in questo momento, i nostri sforzi devono servire a fronteggiare l’emergenza e tutte le energie possibili vanno in questa direzione. L’ufficio dei servizi informativi è passato da 3 a 5 unità e tutti i dirigenti delle varie aree si stanno impegnando per rispondere al meglio al cambiamento. Di sicuro, da questa fase emergenziale nascerà una nuova consapevolezza, da parte di tutti, nel concepire la realtà digitale e l’informatica come opportunità per il futuro. 

Quanti dipendenti comunali sono coinvolti nel processo di flessibilità e smart working?
Dei circa 300 dipendenti del comune di Foligno, possiamo dire che i due terzi, per vari motivi, in questo momento sono a casa come ci chiede il Governo centrale. Parliamo dunque di un 60% circa del totale, in linea con i dati della Regione Umbria. Nello specifico, una cinquantina di dipendenti sono a casa per ferie, congedi o soluzioni di altro tipo, in osservanza alle norme nazionali che incentivano questi tipi di scelte. Sono a casa anche i dipendenti (come maestre e cuochi) che lavorano nelle realtà scolastiche legate all’Amministrazione comunale. Una novantina di dipendenti, invece, hanno già iniziato a lavorare da casa, mettendo in pratica il cosiddetto smart working che, a breve, grazie allo sforzo dei servizi informativi, coinvolgerà ulteriori 10/20 dipendenti in più. Possiamo stimare che entro breve riusciremo a far rimanere a casa il 70% dei dipendenti comunali. Per tutti coloro che rimangono a lavorare negli uffici dell’Amministrazione pubblica è ovviamente garantito il rispetto delle norme di contenimento del virus. D’altro canto, vi sono dei servizi che si possono svolgere anche da remoto e altri per cui è difficile creare le condizioni di lavoro agile. 

I dipendenti comunali come percepiscono il passaggio allo smart working?
In alcune aree del Comune per cui è usuale l’utilizzo delle tecnologie, la risposta al cambiamento è stata e continua ad essere ottima. In generale la disponibilità a lavorare da remoto è buona da parte di tutti i dipendenti perché è ormai chiara l’importanza di questo cambiamento. Anzi, di solito, sono i dipendenti stessi che chiedono di essere messi nella condizione di poter lavorare da casa.

Quali sono i benefici per i cittadini?
Se da un lato è prematuro giudicare quello che sarà l’impatto della digitalizzazione di molti servizi sulla vita dei cittadini, dall’altro possiamo affermare che il passaggio al lavoro agile ci permette di continuare a garantire molti servizi fondamentali evitando il contatto diretto tra le persone. D’altro canto, l’Amministrazione si rende disponibile a risolvere i problemi che potranno sorgere e si impegna anche a sfruttare questa situazione di emergenza che ci impone dei ritmi forzati sotto il profilo degli sviluppi tecnologici, per migliorare sempre di più il proprio percorso verso la digitalizzazione.

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