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Una folignate a New York tra Covid e razzismo

Atmosfera da “guerra civile”: Eleonora Pieroni ci racconta cosa accade nella Grande Mela

Mentre l’Italia, con mascherina, distanza di sicurezza e igienizzante per le mani, si avvia lentamente verso un progressivo ritorno ad una, seppur “fragile” e traballante “normalità” della “fase tre”, gli Stati Uniti di Donald Trump entrano proprio in questi giorni nella “fase uno” in un’atmosfera di guerra civile scoppiata dopo l’assassinio di George Floyd a causa di un atteggiamento razzista che in tanti dichiarano di respirare quotidianamente e fomentata dall’impoverimento della popolazione dovuto al lungo lockdown per l’emergenza Covid.

Il nostro sguardo è andato oltre oceano perché lì, negli Stati Uniti d’America vivono e lavorano molti italiani, ma anche umbri e folignati. Tra questi vi è la modella, attrice e imprenditrice Eleonora Pieroni che dalla Grande Mela racconta periodicamente quello che accade e l’aria che si respira tra i grattacieli di Manhattan e non solo.

In questi giorni è lì e ci ha raccontato di aver visto con i suoi occhi una situazione drammatica, non del tutto imprevedibile ma sicuramente inaccettabile in un Paese che ha fatto della “libertà” un valore su cui fondare senza pregiudizi le scelte di vita di ognuno, al di là delle peculiarità di ogni singola persona.

“Siamo impauriti perché viviamo una situazione da guerra civile – ci racconta Eleonora Pieroni – la città è stata presa d’assalto da atti vandalici, con vetrine rotte, macchine e cassonetti bruciati, fiamme ovunque, odore di bruciato che abbiamo respirato nell’aria (…)

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