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L’Arca del Mediterraneo salpa per nuovi lidi

Maggio 2013. Spiaggia di Otranto. I piedi nudi sulla sabbia e davanti l’immensità del mar Adriatico. Sulla superficie blu galleggiavano petali di rosa, in ricordo delle tante vittime della migrazione che, negli anni Novanta, batteva bandiera albanese. E proprio lì, su quella spiaggia, con i piedi ben piantati nella sabbia e il cuore alle donne ed agli uomini che in quelle acque avevano perso la vita, nasce l’idea dell’Arca del Mediterraneo. “Ero sulle spiagge di Otranto per il Migramed, l’incontro annuale di Caritas italiana con le Caritas europee e del Mediterraneo, insieme a Patrizia Ciarma, Carmen Comisi ed Elisa Bedori, le mie più strette collaboratrici – racconta il direttore Mauro Masciotti -. Qualcuno gettò in mare dei petali di rosa. In quel momento mi sono detto: ‘Non possiamo accontentarci. Dobbiamo raggiungere tutti, più persone possibili’”. Da allora sono passati otto anni e quell’idea non solo è diventata una realtà consolidata nel panorama nazionale ed internazionale, ma quell’Arca si prepara ora a salpare per nuovi lidi. Nuovi progetti l’attendono in mare aperto, quando lascerà quel porto sicuro che le ha offerto la Diocesi di Foligno trasformandola da associazione a fondazione…

di MARIA TRIPEPI

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