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Il sistema scuola, la Dad e l’Invalsi

Il sistema scuola italiano sta vivendo una fase di transizione molto complessa: non è più la scuola del programma e delle nozioni e non è ancora la scuola del curricolo e delle competenze. L’ambiguità di questa fase era già esplosa nel 2017 quando seicento docenti universitari, in una lettera indirizzata al premier Gentiloni, mettendo sotto accusa le indicazioni nazionali, scrivevano che “è chiaro ormai da molti anni che alla fine del percorso scolastico troppi ragazzi scrivono male in italiano, leggono poco e faticano a esprimersi oralmente”. Subito altri 300 docenti universitari, per la maggior parte linguisti, replicavano difendendo le indicazioni nazionali e mettendo sotto accusa i corsi universitari che preparano i futuri docenti di lingua italiana. Su questo contesto, già in difficoltà, si è abbattuto il flagello della pandemia.

A questa emergenza si è risposto con l’unico strumento possibile: la Dad, la didattica a distanza. La Dad, vale la pena precisare, è stata una didattica di emergenza che non va confusa con la didattica digitale, di fronte ad una situazione che nessuno aveva mai neppure ipotizzato, che ha consentito di garantire una certa continuità del servizio scolastico. Premesso che nella maggioranza dei casi insegnanti ed alunni hanno fatto del loro meglio, cosa è avvenuto davvero durante la Dad? Gli unici dati attendibili in nostro possesso sono quelli di una ricerca della Fondazione Agnelli che riguarda esclusivamente la secondaria di secondo grado. Dalla ricerca emerge che in Dad non c’è stato alcun significativo cambiamento metodologico e organizzativo rispetto a prima della pandemia. La quasi totalità delle scuole superiori italiane ha riproposto online e in sincrono la tradizionale didattica basata su lezione frontale, compiti a casa e verifiche, senza un ripensamento dei tempi, delle attività e degli strumenti, che tenesse conto della differenza di fare scuola in classe o a distanza. La Dad, inoltre, ha avuto per sua natura, un limite intrinseco: ha spostato l’apprendimento dalla scuola, in presenza dell’insegnante, a casa…

DI CARLO FELICE

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