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“Siamo un’unica famiglia”

Scappati dall’orrore dei bombardamenti, una quarantina di rifugiati ucraini ha trovato in Rasiglia l’oasi di serenità da dove poter ricominciare una nuova vita. Nella montagna di Foligno la preziosa accoglienza della Caritas e un abbraccio speciale, quello del vescovo Domenico Sorrentino

Una macchia rosa. È il colore del tavolo imbandito a festa nel cortile della Casa della gioventù di Rasiglia. Lo stesso colore della rinascita di Kateryna, cinque anni e un compleanno – il suo primo in Italia – da festeggiare lontana dalle bombe. Per i trentasei profughi ucraini – praticamente tutte donne insieme ai loro figli – il colore della ripartenza è quello dell’arcobaleno, come i decori che compongono la torta della piccola scappata dal suo Paese per sfuggire all’odio e alla distruzione. Nell’oasi di quiete e pace della montagna di Foligno il rumore delle armi da fuoco sembra quasi un brutto ricordo, anche grazie alla calda accoglienza della Caritas diocesana guidata da Mauro Masciotti. Dopo i primi arrivi della scorsa settimana, ora la struttura della carità folignate ha aumentato il suo impegno, ospitando a Rasiglia chi è arrivato nei modi più disparati in Italia per sfuggire dalla guerra in Ucraina. Ed è tra loro che il vescovo di Foligno e di Assisi-Nocera Umbra-Gualdo Tadino, monsignor Domenico Sorrentino, si è voluto immergere. Un tuffo di amore e di speranza che il presule ha voluto testimoniare in prima persona, andando a trovare i rifugiati ucraini direttamente nella loro nuova casa italiana. E lo ha fatto proprio nel giorno in cui Kateryna ha festeggiato i suoi primi cinque anni, con tanto di torta offerta dalla pasticceria Beddini. “Già vi sentiamo nella nostra famiglia, perché siamo un’unica famiglia – ha esordito monsignor Sorrentino incontrando gli ospiti di Rasiglia -. Noi abbiamo fede in Gesù e tutto ciò ci fa sentire il mondo come una sola, grande, famiglia. È per questo che non ci piace la guerra, ma ci piacciono la pace e la bontà”. Una sofferenza, quella del popolo ucraino, che il vescovo sente sua: “Ci dispiace che state soffrendo per la vostra nazione – ha detto monsignor Sorrentino nel cortile della Casa della gioventù -. Speriamo che presto finisca questa guerra e che possiate tornare alla gioia delle vostre case. Nel frattempo preghiamo e ci abbracciamo….

Di FABIO LUCCIOLI

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