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“Un nuovo slancio”

Il 25 settembre l’Assemblea diocesana e la festa della dedicazione della cattedrale hanno reso speciale la domenica della comunità dei fedeli folignati. Nella sua omelia, il vescovo Sorrentino ha ricordato l’episodio della purificazione del tempio

“San Feliciano, e soprattutto la nostra dolcissima Madre Maria, ci ottengano la grazia di un nuovo slancio, anzi il fuoco di una nuova Pentecoste”. Così il vescovo Domenico Sorrentino ha chiuso la sua omelia, pronunciata nel giorno della Dedicazione della cattedrale. Quella del 25 settembre è stata una domenica decisamente speciale per la comunità diocesana di Foligno. Già, perché oltre alla festa per la Dedicazione della cattedrale, i fedeli hanno ricevuto dal presule anche gli Orientamenti per l’anno pastorale 2022-2023 in occasione dell’assemblea diocesana. Linee guida che il vescovo, come ricordato dallo stesso, ha “maturato in un lungo periodo di preghiera e di malattia”. Nel libricino dal titolo “Veni Sancte Spiritus”, monsignor Sorrentino si è soffermato in particolar modo sui giovani, lasciando a tutta la Chiesa che è in Foligno, la proposta “di un modulo educativo da sperimentare con l’aiuto del nostro Laboratorio di rinnovamento pastorale, perché questo impegno verso i ragazzi, pur aprendosi per principio a tutti e non lasciando fuori nessuno, si sottragga alla tentazione del genericismo, imparando dallo stile di Gesù a parlare a tutti ma a chiamare alcuni come segno per tutti”. Nel giorno della Dedicazione della cattedrale, il vescovo di Assisi-Nocera Umbra-Gualdo Tadino e Foligno ha aperto l’omelia ricordando l’episodio della purificazione del Tempio. “Quando Dio ci vuole dire cose importanti – ha detto il vescovo – usa segni forti”. Da qui, scaturisce la domanda del presule: “Che cosa ne abbiamo fatto del suo tempio?”. Un “tempio” che ha varie accezioni. Quello in pietra, ma anche il tempio del mondo “devastato dalla nostra incuria” o quello della famiglia, “voluta da Dio come espressione del suo ministero di relazione trinitaria e diventata oggi, in una cultura individualista che tutto presume di piegare al narcisismo dei nostri istinti, un’idea vaga e deformabile in tutte le direzioni”. Così come – secondo monsignor Sorrentino – è infranto il tempio della nostra fraternità, con un chiaro riferimento alla tragedia che si sta consumando in Ucraina. Ma nell’omelia c’è spazio anche per i tanti poveri…

DI FABIO LUCCIOLI

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