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La rinascita di Federico

Il 25 agosto di undici anni fa la vita del giovane è cambiata radicalmente dopo un grave incidente in moto. Alla Gazzetta il racconto della sua esperienza e di come metterla al servizio degli altri

Una storia di rinascita. È quella di Federico Torti (nelle foto), giovane folignate che nell’estate del 2011 ebbe un grave incidente in moto. Un sinistro stradale che gli ha cambiato totalmente l’esistenza, ma che non gli ha fatto perdere la speranza e la bellezza di vivere la vita. Lo abbiamo incontrato per farci raccontare la sua esperienza e l’importanza del suo messaggio per chi si trova nelle sue stesse condizioni.

Federico, mi parli un po’ di te e di cosa ti è successo?
“Ho vissuto il bello e il brutto della vita. Vengo da una famiglia che ha vissuto momenti favolosi, mi ha permesso di vivere in modo spensierato e non mi ha fatto mancare nulla di materiale e non, fino ad undici anni fa. Il venticinque agosto del 2011 ho avuto un incidente in un momento di tranquillità. Ho sempre alzato l’asticella del rischio ed invece quella sera andavo a bassa velocità”

Poi che cosa è successo?
“Mi sono affidato al dottor Giacomo Picuti e all’ortopedia di Foligno senza cercare altrove; quel reparto è diventato la mia seconda casa. Sono ormai amico con tutti, si sono succeduti sette anni di interventi. Nella notte dell’incidente ho subito perso il braccio, ma mi hanno salvato la gamba e la vita. Non ho perso i sensi e quindi, nonostante fossi gravissimo, le hanno provate tutte per salvarmi. Un intervento arterioso ha permesso di intraprendere un percorso ortopedico per arrivare alla guarigione della mia gamba, ma sono stato soggetto a tantissime infezioni e ogni volta dovevo fare un’operazione. In sette anni sono stato trentatré volte in sala operatoria. Quindi è stato un susseguirsi di medicazioni, entravo ed uscivo dall’ospedale e dalla sala gessi: oramai erano casa mia”

E tu cosa hai fatto?
“Ho iniziato a studiare il mio caso per capire tutto quello che potevo fare per aiutare i medici. L’anestesia mi dava tanti problemi ed abbiamo provato a fare alcuni interventi senza utilizzarla; ho scoperto di avere una soglia del dolore molto alta”

E a livello umano?
“Mi sono affidato a tutto il personale sanitario e loro hanno capito dove potevo arrivare. Hanno assecondato tante mie esigenze, come quella di poter stare il più possibile a casa mia; tutto veniva organizzato ogni volta per dimettermi velocemente. È nata una grande stima, una collaborazione vissuta all’insegna di una vera amicizia”

Si critica sempre l’ospedale vicino casa e si va sempre in cerca delle strutture di eccellenza. Mi sembra che per te non sia stato così!
“Oggi si è perso il giusto rapporto medico-paziente e la società non riconosce il ruolo del personale sanitario. È impensabile difendere una categoria a spada tratta, ma non ci dimentichiamo che fanno un lavoro molto impegnativo. Io ho deciso di fidarmi e di credere in loro e si è creata un’intesa importante. La mia fiducia ha accorciato i tempi di guarigione”…

Di PAOLA POMPEI

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