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La casa di Leskoc: un luogo di amore, formazione e lavoro

Un po’ di Foligno nel progetto umanitario di Caritas Umbria in Kosovo grazie alla Fondazione Valter Baldaccini

Il Kosovo è un Paese con una storia complessa, devastato da una lunghissima guerra per la quale ancora oggi ne paga il prezzo in ambito economico-sociale. La condizione femminile è problematica, l’80% delle donne non lavora, sono spesso vittime di soprusi e quando chiedono giustizia subiscono stigmatizzazioni anche da parte dei loro familiari. Abbiamo intervistato Luca Uccellani, direttore di Caritas Gubbio, Francesca Mosca e il marito Rinaldo Marion, che sono volontari in Kosovo, e Hasimet uno dei primi bambini ospitati nella casa di Leskoc gestita da Caritas Umbria con l’obiettivo di accompagnare i più giovani in un cammino di realizzazione personale e sociale.

Luca, come nasce il progetto nei Balcani?
“Tutto è iniziato in Macedonia su richiesta del vescovo locale che conosceva monsignor Fontana; grazie a questa amicizia partirono Massimo e Cristina, era il 1998. Nella seconda metà del 1999 altre persone sono partite per il Kosovo. Il vescovo della Macedonia chiese di accompagnare i profughi al rientro e grazie al parroco del luogo si trovò una casetta in affitto che poi è diventata il campo Caritas. Io arrivai da Gubbio a luglio 1999 quando ancora si registravano gli ‘arrivi’. Dall’Italia giungevano aiuti alimentari, vestiario…la situazione era più grande di noi, stavamo vicini alle persone, le ascoltavamo e supportavamo; sono nate delle belle amicizie. La svolta di tutto fu l’arrivo di Bilal, un bambino zingaro segnalato dai vicini di casa che Massimo e Cristina portarono con loro: era rimasto solo. Da programma il campo doveva chiudere a fine 2000 ma quel bambino ci tenne invece lì; nel frattempo arrivarono altri bambini e la casa si riempì. Allora fu necessario ingrandirla aggiungendo anche dei posti; nel 2010 iniziarono i lavori di un nuovo stabile. Grazie a un contatto con don Giorgio Carraro di Siena, iniziò una collaborazione con la fondazione Monte dei Paschi, i cui contributi servirono per avviare i lavori. Poi la provincia autonoma di Trento, ha contribuito sia per la struttura della casa che per i macchinari dei laboratori” 

Qual è stato il ruolo della Fondazione Valter Baldaccini?
“L’ultimo intervento importante con cui è stata terminata la struttura, inaugurata nel 2014, lo abbiamo ricevuto dall’Umbra Cuscinetti grazie a Valter Baldaccini. La FVB ha continuato ad accompagnarci e ora sostiene diversi progetti: una studentessa universitaria, Dardana, iscritta alla facoltà di Scienze sociali, poi Dorentina che lavora nel caseificio della cooperativa, Valentina che è stata inserita nella struttura di accoglienza. In precedenza è stato finanziato l’acquisto di animali per la stalla, un progetto di lavoro per le donne nel caseificio e molto altro come il tetto del ‘Germoglio Meraviglioso’ che si trova a Foligno”…

Di PAOLA POMPEI

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