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Norcineria Massatani, 110 anni di eccellenza

Una storia affascinante e antica quella raccontata da Corrado che, insieme alla moglie Donatella Falchi e ai figli Alessia e Davide, descrive un viaggio imprenditoriale e familiare lungo più di un secolo: dalle origini preciane all’innovazione di oggi

Parlare con Corrado Massatani della sua azienda, la “Norcineria Massatani 1913”, è come sfogliare un bel libro di storia. Meglio ancora: un affascinante album di famiglia, che comincia con foto in bianco e nero dall’epoca delle grandi guerre. Oggi la storia è fatta dai volti della sua bella e operosa famiglia, che da oltre un secolo persegue la medesima finalità: quella dell’eccellenza. L’occasione dei 110 anni di vita, celebrati con una grande festa, è preziosa per descrivere una delle più antiche attività economiche di Foligno.

Corrado, tutto comincia con tuo nonno Enrico Massatani insieme a sua moglie Elvira Angelucci…
“Nonna Elvira era figlia d’arte, il papà Domenico Angelucci faceva il norcino in piazza. Tutto ha avuto avvio da loro, che hanno dato origine alla Norcineria Massatani. Mio nonno era di Montebufo di Preci, la patria dei norcini. Mia nonna di Villa del Guado, un’altra frazione di Preci. Luoghi a 70 chilometri da qua, in piena montagna; Montebufo è a 1.016 metri sul livello del mare. Allora c’era una regola: ogni famiglia per poter passare l’inverno poteva macellare soltanto due ma- iali e non di più, perché altrimenti ne avrebbero fatto un commercio. I miei nonni hanno vissuto questa usanza, con il maiale casalingo che era un trasformatore: dagli scarti di cucina produceva carne, ingrassandosi con i residui dell’umido prodotti in casa. Un tempo non esisteva la raccolta differenziata e il maiale era anche questo”

LA NORCINERIA MASSATANI NELLA SEDE ATTUALE, INAUGURATA NEL 1953

Poi tuo nonno nel 1913 viene a Foligno.
“Sì, perché la zona lassù non era popolosa e ricca e nonno Enrico scese in cerca nuove occasioni. Si stabilì a due passi da dove siamo ora, in piazzetta del Duomo, al numero 28, proprio di fronte alla facciata della cattedrale. Era un locale piccolissimo e non esistevano neanche i frigoriferi. I miei nonni usavano il ghiaccio. In una stanza, separata del negozio e isolata con il sughero, posizionavano grandi blocchi di ghiaccio da un metro cubo, prodotti da una ditta di Foligno e così ricreavano il freddo necessario a conservare le carni. Nonno era un norcino esperto e andava anche a lavorare i maiali per le famiglie benestanti di Foligno. Una volta arrivato in città tutti se lo volevano accaparrare per commissionargli i lavori, per la sua bravura”

Chi lo ha aiutato in questa impresa?
“Ha avuto sei figli di cui tre, Amedeo, Remo e Quinto, nel 1953, una volta ventenni aprirono il locale in cui ci troviamo ora. Ma è stato lui, dal 1913 al 1953, a portare avanti l’attività nella bottega di piazzetta del Duomo. Tutti i prodotti erano legati alla macellazione del maiale, solo da carne di maiale. Aveva qualche pecorino che portava dalla montagna: voleva sempre colpire la clientela con le cose più buone che c’erano. A Montebufo e Casale di Montebufo la chiesa faceva un’asta con le forme di pecorino portate per la festa della Madonna che si svolgeva a giugno. Un formaggio fatto con il latte di pecore pascolate nei migliori pascoli d’altura, del quale mi sembra di sentire l’odore. I contadini lo portavano per ringraziare e omaggiare la Madonna e la chiesa, avendocene a decine, non consumava tutte le forme. Quindi le metteva all’asta per raccogliere un po’ di soldi: se c’era nonno Enrico non ce n’era per nessuno, perché lui alzava il prezzo e se le portava via tutte. Mio padre mi diceva sempre ‘se tu avessi avuto quel pecorino lì! Una cosa davvero speciale’ “… (Continua…)

Di FEDERICA MENGHINELLA

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