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La Rosa dell’Umbria

Vi siete mai domandati come fosse vista nell’immaginario di chi vi transitava la centralissima Foligno prima della guerra? Era considerata tra le città più belle, ricche e civili dell’Umbria. La sua rosa. Dagli abitanti era percepita come una comunità industriosa e mercantile posta al centro di una fertile terra di lavoro. Gloriosi tempi quelli in cui nelle fabbriche prosperava l’occupazione e il paesaggio urbano e agrario erano letti in armonia tra loro. Il bello era un fattore così scontato che solo sporadicamente l’occhio si posava sulle sue forme pure, perché alla bellezza ci si abitua facilmente, quantunque sia doloroso discostarsene. Poi subentrò, a torto o a ragione, la sensazione che sotto il profilo dell’incanto estetico la bellezza si fosse trasferita dall’interno del calice alla corolla. Non che il bello non fosse apprezzato, ma i folignati vollero metterlo alla pari con gli altri marcatori della realtà urbana: imprenditoriali, mercantili, attinenti alla funzione pubblica, venuti meno i quali sono rimasti come chi, seduto su un prato, ha appena sfogliato una rosa rimanendo con lo stelo in mano.

GIOVANNI PICUTI

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