Smog, la mal’aria a Foligno

I continui sforamenti dei valori delle polveri sottili al centro di un dossier Legambiente: non basta l’ordinanza anti smog

“Ogni anno d’inverno l’aria diventa irrespirabile, sappiamo perché e sappiamo come migliorare la situazione, eppure non facciamo nulla”. Parole durissime quelle di Maurizio Zara, presidente Legambiente Umbria che interviene sulla questione smog polveri sottili in vista della presentazione del dossier nazionale ‘Mal’aria di città’. Il presidente spiega: “Con i dati delle rilevazioni ARPA aggiornati al 17 gennaio gli sforamenti delle quantità limite di Pm10 dall’inizio dell’anno a Terni sono avvenute 16 volte in 17 giorni, a Città di Castello 15, a Foligno 13 e a Perugia 10. Finché non piove il bilancio peggiora, giorno per giorno. L’unica risposta possibile all’emergenza saranno il blocco del traffico nei centri e le ordinanze contro l’accensione di stufe e caminetti, che rappresentano però di fatto poco più di un palliativo, in attesa della pioggia…”.

Lo studio e i dati Arpa

Legambiente  cita uno studio del 2016 di ARPA Umbria che analizza con esattezza la proporzione delle differenti sorgenti delle polveri Pm10 nelle principali quattro città umbre: Foligno, Terni, Città di Castello e Perugia. A Perugia e a Terni la fonte principale di polveri è il traffico dei mezzi a motore (per il 40% a Perugia e 20 % a Terni); questa a Foligno ammonta al 19,5% e a Citta di Castello al 7%; nel capoluogo tifernate sono gli impianti di riscaldamento (e in particolare la combustione di biomassa) a costituire la fonte principale di polveri per una percen- tuale del 47,8%; seguono Foligno (22,3%), Terni (20%); e Perugia (17,6%).

FOLIGNO
È TRA LE CITTÀ UMBRE
PIÙ INQUINATE DELLA REGIONE. OLTRE AL DATO DEGLI SFORAMENTI PER POLVERI SOTTILI ECCO L’ANALISI DELLE FONTI
DI INQUINAMENTO. E LE POSSIBILI SOLUZIONI

Il caso di Foligno

La nostra città presenta una situazione complessa: se da un lato è quasi assente smog riferibile all’industria siamo il territorio più esposto per fattori legati alla conformazione territoriale: suolo urbano e aerosol secondari incidono per il 58% (percentuale che a Città di Castello scende al 45%, a Perugia al 42% e a Terni al 35%). Cosa significa? “Si tratta di una sorgente inquinante – spiega il presidente Legambiente Foligno Marco Novelli (che su queste colonne aveva già commentato il fenomeno  la scorsa settimana) – legata alla collocazione della città ”. Quanto all’aerosol ‘secondario’ esso si genera in seguito a reazioni chimiche tra inquinanti primari. Nel nostro territorio – meno esposto a venti e piogge e in qualche modo ‘protetto’ dalle perturbazioni, con un’aria più ‘stagnante’ – le polveri emesse in atmosfera negli scorsi anni restano ancora in circolo. Un quadro complesso…

FEDERICA MENGHINELLA

TI INTERESSA QUESTO ARTICOLO?
ABBONATI ALL’EDIZIONE DIGITALE O CARTACEA
CLICCANDO QUI

OPPURE CERCA LA GAZZETTA DI FOLIGNO IN EDICOLA

0 shares
Previous Post

Lo spentolatore seriale

Next Post

C’è una famiglia di Foligno a Wuhan

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Skip to content