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Topino, la messa in sicurezza dovrà attendere

Piano anti-esondazione del fiume: Foligno dovrà aspettare ancora per la realizzazione delle opere a protezione del centro storico. Risalente al 2012 e da allora lievitato nei costi del 50%, il progetto sarà sottoposto ad approfondimenti sull’efficacia oltre che sulla maggiore spesa

Risale a oltre un decennio fa l’incarico che la Regione Umbria diede al Consorzio della Bonificazione Umbra per la progettazione di un piano di messa in sicurezza del fiume Topino, al fine di proteggere il centro storico di Foligno dal rischio esondazione. Eppure la città dovrà attendere ancora, a causa di uno stallo del progetto consegnato in Regione dal Consorzio della Bonificazione Umbra. Stallo dovuto a motivi sostanziali, primo fra tutti quello dei maggiori oneri rispetto al progetto iniziale per 16 milioni, oltre che dubbi sulla vantaggiosità delle scelte progettuali. L’incarico della Regione Umbria al Consorzio nasce molto tempo fa, dopo un finanziamento approvato per quasi 32 milioni di euro messi a disposizione dal Ministero dell’Ambiente e allocati per la difesa del territorio. A seguire lo studio di fattibilità preliminare redatto dal Consorzio e approvato dal Comune di Foligno con determina di Giunta comunale n. 91 del 02/04/2012, quando era in carica l’allora sindaco Nando Mismetti. Poi, nel 2013, l’affidamento allo studio Chiarini Associati di Arezzo.
Con deliberazione dell’11 giugno 2015 firmata dall’allora presidente del Consorzio di Bonificazione Umbra Giuliano Nalli (ratificata con deliberazione del Consiglio di Amministrazione) il Consorzio approvò il progetto preliminare delle opere per un importo di 31 milioni di euro di cui 18.715.000 di lavori stimati. Progetto che negli anni ha subìto molte vicissitudini ed è stato sottoposto a numerosi cambiamenti fino alla consegna, lo scorso agosto, alla Regione dell’Umbria da parte del Consorzio dell’era Montioni. Ma l’approvazione e l’esecuzione dei lavori sarebbero, come detto, ancora lontane.
A destare maggior perplessità negli ambienti regionali il costo del progetto, lievitato del 50% in dieci anni: dai 32 milioni disponibili oggi si sarebbe arrivati a 48 milioni di euro. Il rincaro, dovuto oltre che alla rivalutazione per il tempo trascorso anche alla difficile congiuntura economica e di reperimento delle materie prime e dell’energia, sembrerebbe non essere l’unico ostacolo all’approvazione da parte della Regione Umbria. Sul fronte della progettazione uno dei vulnus sarebbe nel presupposto che non si possano realizzare le vasche di laminazione a monte di Foligno. Un’impostazione che impedirebbe di ottenere il massimo grado di sicurezza necessario, visto che il maxi progetto è piuttosto volto alla ripulitura mediante dragatura del fiume Topino e alla costruzione di una grossa vasca di laminazione da quaranta ettari a valle, prima di Cannara, nei terreni dell’azienda vivaistica regionale Umbraflor, spostando teoricamente in quella zona il pericolo inondazione. Secondo fonti attendibili, i vertici del governo regionale avrebbero deciso per questi motivi di trasmettere il progetto esecutivo per opportune verifiche al Dipartimento di Protezione Civile… (Continua…)


Di FEDERICA MENGHINELLA

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