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Scuole di montagna, un presidio contro lo spopolamento

Un immenso valore sociale quello dei plessi montani: a Foligno l’Istituto Comprensivo 5 raccoglie gli studenti di Colfiorito e Casenove.
Viaggio fra esperienze di pluriclassi e insegnanti che grazie al loro talento e alla loro passione gestiscono bambini di età diverse nella stessa aula. La dirigente scolastica Alessia Marini: “numeri costanti, il calo demografico qui non incide”

“Siamo un istituto tanto ricco e il nostro valore aggiunto è la materia umana: i docenti che vengono si innamorano, se possono tornano e rimangono con noi”: quando la dirigente scolastica Alessia Marini dell’Istituto comprensivo Foligno 5 parla della sua scuola è evidente l’orgoglio nel descrivere una realtà tanto virtuosa quanto complessa. Che consiste in 810 alunni, 45 classi e cinque sedi: Sportella Marini-Sacro Cuore; San Giovanni Profiamma, Belfiore-Vescia ma anche Colfiorito e Scopoli-Verchiano-Casenove.
Queste ultime due scuole montane, rispettivamente a 760 e 560 metri sul livello del mare, costituiscono presidi sociali e culturali irrinunciabili per le comunità della montagna. La preside guida l’istituto da 7 anni; prima ancora aveva ricoperto il medesimo incarico in Valnerina, ad Arrone, Ferentillo e Montefranco; una preziosa esperienza di gestione delle realtà scolastiche periferiche messa a frutto in oltre due mandati a Foligno.

LA SCUOLA DI COLFIORITO, ORGOGLIO DELLA COMUNITÀ
Colfiorito 
è il plesso scolastico più lontano del comune, al confine con le Marche. Zone in cui si parla spesso di spopolamento e servizi essenziali a rischio. Eppure, nonostante il generale calo demografico che investe la città, qui non c’è una tendenza allo spopolamento. “La popolazione scolastica di Colfiorito resta tutto sommato numericamente costante, fra alti e bassi, perché c’è un forte interesse della comunità, che tiene molto al presidio. Percepiamo – spiega Marini – che a Colfiorito la scuola è protetta con le unghie e con i denti. Gli abitanti esprimono forte generosità mettendosi in gioco in prima persona, anche attraverso frequenti donazioni: materiale scolastico ma anche, di recente, una tv per la scuola dell’infanzia. Un impe- gno che abbiamo riscontrato anche da parte dei volontari della Sagra della patata rossa. Una generosità che ricade sui propri figli e sui bambini della comunità in modo diretto”. L’edificio a due piani raccoglie bambini della scuola dell’infanzia, della primaria e della secondaria di primo grado. Un presidio culturale importante, dunque, e ben servito a livello di trasporti. “Grazie al Comune – spiega la preside – c’è anche il servizio mensa per la scuola dell’infanzia, che conta un’unica sezione. Alla primaria vengono di anno in anno composte delle pluriclassi, con almeno due anni insieme”. Quest’anno tocca alla seconda e alla terza. “Ogni anno – specifica Marini – occorre rimodulare l’organico, per assicurare la migliore offerta formativa ai nostri ragazzi, compatibilmente con le possibilità concesse dall’Ufficio scolastico regionale. Che, devo dire, si dimostra sempre disponibile ad ascoltare le nostre esigenze”. La primaria di Colfiorito ha visto la presenza di 49 alunni in 4 classi per l’anno scolastico 2020- 2021, passando a 52 alunni in 5 classi nell’anno scolastico 2022-23. Per il 2023-2024 esistono già le proiezioni che parlano di 45 alunni. La scuola secondaria di primo grado a Colfiorito è, invece, un’unica pluriclasse che raccoglie 18 ragazzi dal primo al terzo anno.
“Quando dalla primaria sono usciti solo 5 studenti abbiamo letteralmente fatto i salti mortali per mantenere il presidio; il rischio era che i ragazzi dovessero cambiare non solo comune ma anche regione, andando a Serravalle del Chienti”. Più tranquilla la situazione di quest’anno: “Avremo 12 alunni in prima e riusciremo a comporre due classi”.

GLI ALUNNI PLURICLASSE? “HANNO UNA MARCIA IN PIÙ”
Come si fa a gestire una pluriclasse dal punto di vista organizzativo e didattico? “Sotto il profilo dell’organico – spiega la preside Marini – cerco di assegnare più ore di compresenza, per poter fare piccoli percorsi di programmazione specifica per ciascuna annualità. Alcune discipline invece vengono seguite tutti insieme”. Ma così i bambini non rischiano di perdere qualcosa rispetto alle classi “normali”? La risposta è sorprendente: “Quando gli alunni escono dai plessi di montagna possono vantare gli stessi percorsi didattici dei compagni più ‘agevolati’: la differenza non si nota. Anzi”… (Continua…)

Di FEDERICA MENGHINELLA

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