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Salute mentale, giovani a rischio

Dall’analisi dei dati del Dipartimento dell’Usl Umbria 2 emerge “un’esplosione di casi tra i ragazzi”. A Foligno nel 2022 gli utenti in carico al Csm sono stati 1.270, di cui quasi 200 nella fascia tra i 14 e i 25 anni

Il disagio mentale aumenta esponenzialmente fra i giovani. Un dato oggettivo, certificato anche dalla recentissima indagine “Mind Health Report 2023”, condotta da Ipsos sui temi del benessere e della salute mentale. Fra oltre 30mila persone intervistate in 16 Paesi europei emerge che il disagio mentale è legato all’età, con i giovanissimi colpiti da disturbi di notevole entità. L’Italia, insieme al Giappone, presenta la più bassa percentuale di persone che avvertono uno stato di pieno benessere mentale. Donne (per la disparità di genere avvertita nel quotidiano) e giovani (a causa dell’uso sempre più massiccio di tecnologia e social network) sono i soggetti più fragili.

“GIOVANI 2.0”, IN UN ANNO 153 RAGAZZI ASSISTITI
Di salute mentale sul territorio abbiamo parlato con Sonia Biscontiniresponsabile del Dipartimento per la Salute mentale della Usl Umbria 2, che conferma un aumento esponenziale dei disagi mentali per giovani e giovanissimi. “Parliamo di ragazzi e ragazze dai 13 ai 25 anni; l’utenza di questa fascia d’età è in esplosione. Non si capisce bene quali siano i meccanismi esatti, ma dopo il Covid abbiamo registrato un’impennata di casi che vanno dai ritiri sociali all’autolesionismo, fino a episodi più gravi di tentativi soppressivi e di suicidio. Un disagio fortissimo. Certamente stare chiusi in casa ha peggiorato la situazione; chi era un po’ vacillante ha trovato sicurezze nel pc e nei giochi online e oggi fatica a riemergere, a tornare fuori”.
Una tendenza intercettata dai Servizi già nel primo periodo pandemico e descritta da Biscontini su queste colonne, tanto che nel 2020 era stato avviato in fase sperimentale il progetto triennale denominato “Giovani 2.0”, con risorse della Regione Umbria. Dal 2020 al 2022 i numeri sono talmente cresciuti che da questo anno il servizio è a regime, con risorse proprie della Usl Umbria 2, erogato a Terni e Foligno. Si tratta di un intervento d’équipe che coinvolge due professionisti a Terni e otto persone fra psicologi, assistenti sociali ed educatori a Foligno.
Nel solo 2022 a Foligno sono stati presi in carico ben 153 ragazzi.
“Il percorso – afferma Biscontini – dipende dalla gravità della situazione; a volte in 3-4 mesi i consulti si diradano; talvolta basta un incontro di verifica e i ragazzi si dimettono. Ma qualcuno di loro intraprende percorsi anche di un anno, un anno e mezzo; qualcuno recidiva facilmente e ritorna”. Tra i ragazzi presi in carico ce ne sono di provenienti anche da provvedimenti giudiziari, “ma sono pochi” commenta Biscontini. Sopra i 18 anni i pazienti arrivano “sempre da soli” e va fatto un netto distinguo fra gli utenti di “Giovani 2.0” e quelli del Servizio Dipendenze: il disagio mentale può comportare un abuso di sostanze “seppur minoritario, laddove i ragazzi facciano uso di alcool, o uso sporadico di cannabis o cocaina” dice Biscontini, aggiungendo come però la salute mentale si incroci quasi sempre con l’uso di sostanze.
Altro discorso quello inerente il Servizio di neuropsichiatria infantile, che accoglie bambini in età evolutiva affetti da autismo, dhd e altri tipi di disagi. “C’è un aumento importante anche di questi casi – sottolinea Biscontini – e una parte di questi risponde al Tribunale che segnala i minori ai Servizi”.

RISCHIO DIPENDENZE E PERICOLO CANNABINOIDI
Non solo giovani: il disagio comprende anche dinamiche familiari sempre più complesse, principalmente a causa della crisi economica e della perdita del lavoro. Gli psicologi dei consultori si occupano di questo “e sono a pieno carico”. Ci sono poi i medici del Centro di salute mentale, servizio territoriale di Foligno, che prendono in carico i casi più impegnativi. A coordinarli il dottor Angelo Rella: il suo staff (in foto), oltre a lavorare per il Csm, supporta il Servizio psichiatrico diagnosi e cura di Foligno (SPDC), aiutando i colleghi del reparto psichiatrico a coprire tutti i turni con notturni e festivi.
“La nostra – specifica Rella – è un’attività di cura che differisce dall’attività ambulatoriale per visite specialistiche. Visitiamo senza camice, al servizio si accede direttamente e gratuitamente, senza ticket e senza necessità di prescrizione medica. Chiunque voglia arriva, compila una scheda di accoglienza e viene valutato dalla nostra équipe che stabilisce se il caso sia da prendere in carico o se sia sufficiente una consulenza”. 
Interpellato sull’esistenza di un incremento di casi, spiega: “Già in periodo Covid, e ora per le conseguenze della pandemia, l’afflusso di pazienti è aumentato notevolmente; in particolare, confermiamo l’evidente incremento di disturbi nei giovani e giovanissimi, con patologie ansioso-depressive e comportamentali. I ragazzi che esaminiamo non escono di casa, hanno disturbi alimentari ed epifenomeni di disturbi di personalità (come il tagliarsi, il ferirsi). Laddove abbiano una sintomatologia non importante, ossia senza disturbi conclamati, vengono inviati a ‘Giovani 2.0’, servizio ponte tra salute mentale e dipendenze. Altrimenti vengono presi in carico da noi o dal Servizio Dipendenze: già prima c’era una forte sinergia, oggi con lo stesso direttore il processo è molto fluido e di grande collaborazione”. “Rileviamo – aggiunge Rella – l’uso di sostanze sempre nuove, talvolta sconosciute. Oppure, di cannabinoidi, hashish e marijuana, che rispetto a 20 anni fa presentano un principio attivo 20 volte più elevato”. Così, una sostanza che appariva come potenzialmente “meno pericolosa” di altre, diventa un potente allucinogeno “e già con i cannabinoidi nel caso di soggetti predisposti, dobbiamo ricoverare per patologie che difficilmente regrediscono e che colpiscono per lo più giovani consumatori”… (Continua…)

Di FEDERICA MENGHINELLA

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