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Quella violenza che annienta

Vessazioni fisiche e psicologiche subite per anni, poi la forza di reagire: è la storia di Claudia, simile a quella di tante altre donne. A foligno qual è la situazione? Esperti e forze dell’ordine tracciano il quadro

Centodue donne uccise in tutta Italia, di cui 82 in ambito familiare/affettivo, tra il primo gennaio e il 12 novembre 2023. Sono i nume- ri del report elaborato dal Ministero dell’In- terno, ai quali negli ultimi giorni si è ag- giunto l’ennesimo tragico caso, quello della 22enne Giulia Cecchettin, il cui corpo è sta- to ritrovato in un canalone vicino al lago di Bracis, in provincia di Pordenone, nascosto sotto dei sacchi neri. In occasione della Gior- nata internazionale contro la violenza sulle donne, abbiamo voluto tracciare un quadro del fenomeno dei maltrattamenti in famiglia nel nostro territorio, raccogliendo la voce di una vittima, ma anche quella delle istituzio- ni civili e militari e di chi opera al fianco di queste madri, figlie e sorelle che subiscono vessazioni fisiche e psicologiche da parte di chi, invece, dovrebbe proteggerle.

LA STORIA DI CLAUDIA

“Cos’è l’amore? Non lo so”. Claudia (nome di fantasia) lo dice con profonda tristezza. Oggi ha quasi 50 anni e sente di non aver mai vissuto quell’amore che tutti sogniamo. Ne aveva 20 quando ha conosciuto quello che sarebbe diventato il suo futuro marito. Un uomo, racconta, che le dava tutto quello di cui aveva bisogno, o quasi. Perché Claudia non poteva esprimere il suo pensiero, non poteva dire nulla che lo contraddicesse. E quella che pensava potesse essere una vita felice, con il marito e le loro due figlie, si trasforma presto in un incubo, fatto di maltrattamenti e violenze fisiche e psicologiche, che l’annullano come donna, come persona. “Sono cose che ti segnano per tutta la vita” racconta oggi che quell’incubo, almeno sul fronte processuale, si è concluso. Ma gli strascichi se li porta ancora dietro, “perché – dice – tutto quello che hai vissuto incide anche sulle relazioni con gli altri. Per tanti anni mi sono sentita il nulla e sono arrivata al punto in cui non voglio più ricevere ordini da altre persone”. Dopo la denuncia e un processo durato anni, che si è concluso con una condanna a carico di quello che era suo marito, Claudia sta provando a rimettere insieme tutti i cocci, ma non è facile. “Ho ricominciato una nuova vita, ma le difficoltà sono state e continuano ad essere tante. Sicuramente è una vita migliore, ma quel peso te lo porti sempre dietro, ti cambia completamente come persona, ti cambia dentro”. Dopo anni di maltrattamenti subiti, anche davanti alle figlie, Claudia trova la forza di denunciare per la prima volta suo marito. “Se avessi potuto sarei andata via prima – dice – ma sapevo che lui mi avrebbe fatto del male e volevo tutelare le mie figlie. E poi, quando non hai un’indipendenza economica dove puoi andare? Minacciava anche la mia famiglia e io mi ero allontanata dai miei genitori, dai miei fratelli. La sera andavo a dormire con l’angoscia perché non sapevo cosa sarebbe potuto succedere quando, ubriaco come sempre, sarebbe rientrato a casa. Gli ultimi due anni sono stati tremendi”. Oggi per quell’uomo non prova più niente, neanche odio. Ma ricorda bene la paura vissuta dopo aver chiesto aiuto alle forze dell’ordine… (Continua…)

Di MARIA TRIPEPI

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