download - Copia

Il galoppino

Ormai la propaganda politica viaggia attraverso i social network. Le campagne elettorali non si fanno più per strada, appiccando o spiccando manifesti, lasciando santini sopra i banconi dei bar. Siamo vittime di uno snervante martellamento su WhatsApp, dove brulicano improvvisati spin doctor a cui i candidati affidano (si spera “aggratis”) la loro strategia comunicativa. Dai virali trilli t’accorgi che mai come quest’anno a Foligno l’aria si taglia con il coltello, anzi col cellulare. Siparietto. Sabato scorso il vicino di casa, quello che non saluta mai, mi suona al cancello. Sulle prime sospetto calcoli deplorevoli, là dove forse non ce ne sono. Il mio pensiero vola alle imminenti elezioni. Resto un attimo sulle mie, quando mi dice: “Passavo, ho visto la macchina e mi sono chiesto, perché non portare un saluto?”. Lo invito ad entrare, ma lui mi usa la cortesia di non varcare l’ingesso: “Volevo solo chiederle il numero di cellulare”. Glielo lascio a malincuore. Non mi dà tempo di domandare a cosa gli serva che richiude il cancello, come fanno certi indesiderati predicatori a domicilio, con i quali tutti abbiamo avuto a che fare. Già mezz’ora dopo mi seppellisce di messaggi invitandomi, addirittura, a farli girare. Gli rispondo di procurarmi un incontro privato con il leader, se non è troppo indaffarato. Non l’ho più sentito. È proprio vero che gli spin doctor non gradiscono l’ironia.

GIOVANNI PICUTI

0 shares

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Skip to content